Ifigenia in Aulide, Venezia, Marciana, autografo

 ATTO SECONDO
 
 Passeggio di verdura nel giardino reale.
 
 SCENA PRIMA
 
 IFIGENIA ed ELISENA
 
 IFIGENIA
525Difendermi non posso
 da un segreto timor.
 ELISENA
                                        Di che ti turbi?
 IFIGENIA
 Ne la bella Elisena
 temo un trofeo di Achille.
 ELISENA
 Beltà, se pur ne ho in volto,
530non ha chon che allettar, quando è infelice.
 IFIGENIA
 Come fior per rugiada,
 crescon anche per pianto e grazie e vezzi.
 ELISENA
 Ardon oggi per te le sacre tede.
 Per te il talamo e l’ara
535si coronan di rose; e andrai di Achille
 oggi sposa agli amplessi ...
 IFIGENIA
                                                  E pur temo.
 ELISENA
 Che?
 IFIGENIA
             Me lontana, Achille
 è sollecito amante; e me vicina,
 è non curante sposo.
540Parto d’Argo per lui. Per via ogni sguardo
 licenzio ad incontrarlo; e sconsolato
 torna ognun senz’Achille.
 Giungo a le tende; e Achille
 non mi previene. A gara
545mi si affollano intorno
 duci e soldati; e in tutti cerco Achille.
 Che fa? Qual grande impresa or sì l’ingombra?
 Sì pigro è l’amor suo?
 ELISENA
                                           Forse infedele...
 IFIGENIA
 No, da macchia sì vile
550lo assolve la sua gloria; ed io lo sgrido
 di trascurato, sì, non mai d’infido.
 
    Lodo un amante
 che sia costante
 e ’l nome d’infedel
555abbia in orror.
 
    Ma lodo ancora
 che cerchi a chi l’adora
 servir, gradir,
 con pronto cor.
 
560   Sempre in amor
 disgusta il neghittoso;
 e a pena par fedel
 un tepido amator.
 
 SCENA II
 
 CLITENNESTRA e le sudette
 
 CLITENNESTRA
 La tua gloria e la mia chiedono, o figlia,
565che fuor d’Aulide tosto
 moviamo il passo e ritorniamo ad Argo.
 IFIGENIA
 Per qual cagion?
 CLITENNESTRA
                                 Siamo tradite entrambe;
 e Achille è ’l traditor. Più non si affretta
 il perfido al tuo nodo.
570Pria vad Troia pria vada in ceneri e in faville
 e poscia Ifigenia sarà di Achille.
 ELISENA
 Che ascolto!
 CLITENNESTRA
                         Al grave oltraggio
 arrossir veggo e impallidir tue guance.
 Armati di virtù. Sinora amasti
575in Achille l’eroe. Fuggi ora in esso
 degli uomini il più vile, il più incostante.
 ELISENA
 Il più spergiuro ed il più ingrato amante.
 IFIGENIA
 Ah! Tu Elisena ancor?
 CLITENNESTRA
                                           N’ode Elisena?
 Ecco la nuova fiamma, ond’arde l’empio.
580I vezzi di costei ti han tolto Achille.
 IFIGENIA
 (Ben poc’anzi il temea l’alma oltraggiata).
 ELISENA
 (Achille ama Elisena ? O me beata!)
 IFIGENIA
 Ma, se di tal perfidia
 conscio era il padre, a che chiamarmi al campo?
 CLITENNESTRA
585Tardi ei seppe l’offesa e d’Argo alora
 n’avea tratte il suo cenno.
 IFIGENIA
 Tosto a che non spedir fido messaggio
 con l’avviso del torto?
 CLITENNESTRA
 Altro messo, altro foglio era spedito;
590ma fortuna si oppose.
 IFIGENIA
 E certa è la sciagura?
 CLITENNESTRA
 Arcade, a la cui fede
 il re commesso avea l’infausto avviso,
 tutto mi espose.
 IFIGENIA
                                O scellerato Achille!
 CLITENNESTRA
595Tempo fia di lagnarsi. Or la partenza
 sollecita esser dee. La impone il padre.
 Arcade ne fia guida.
 Io corro ad affrettarla; e tu, mia figlia,
 gli affetti tuoi con la ragion consiglia.
 
600   Amasti in quel cor perfido
 la fede e la virtù;
 ma amar non devi più
 quel cor che con viltà
 mancò di fede.
 
605   Ha troppo di baldanza
 chi reo d’infedeltà
 con pena e con costanza
 amar si vede.
 
 SCENA III
 
 IFIGENIA ed ELISENA
 
 IFIGENIA
 D’Argo farmi venir l’ingrato Achille,
610per tradirmi così? Poco era a l’empio
 l’infedeltà, se non vi unia lo scherno?
 Ed io sì dileggiata
 tornerò ad Argo,  u’ mostrerami a dito
 le greche spose e ’l minor volgo?  Iniquo,
615va’, conta fra’ tuoi fasti [illeggibile]
 d’Ifigenia tradita
 l’amor deluso e le bugiarde nozze.
 O dio! Qui piango; e la rival trionfa.
 ELISENA
 (Se le asconda il mio amor). Vergine eccelsa,
620vede il ciel se ho pietà di tua sciagura.
 IFIGENIA
 Ben misera son io
 che sin ne la rival desto pietade,
 quando invidia dovrei.
 ELISENA
                                             Rival mi temi?
  Al mio pensier mai non sovviene Achille
625che feroce, implacabile, di sangue
 stillante ed ebbro, empier di fiamma e strage
 l’amica Lesbo e me di angoscia e lutto.
 IFIGENIA
 Sì, tu l’ami, o superba.
 Tra l’ire, tra le morti e tra gl’incendi
630e di Lesbo e de’ tuoi, ti piacque Achille;
 e fra i pianti e fra i ceppi
 a quel perfido cor piacque Elisena;
 e sin d’alora, iniqui,
 meditaste il mio scorno e la mia pena.
 ELISENA
635Tropp’oltre, Ifigenia, ti porta il duolo;
 ma convien degli amanti
 i deliri scusar. Schiava qual sono
 al par di te nacqui al comando e al regno
 e forse ho un cor che più del tuo n’è degno.
 IFIGENIA
640Fra i titoli che ostenti, addita il padre.
 ELISENA
 Prole di Atride esser non lice a tutti.
 IFIGENIA
 Qui regna il mio. Vendicherà i miei torti.
 ELISENA
 Una spoglia di Achille altri non teme.
 IFIGENIA
 Mal fidi a un traditor le la tuea speranza.
 ELISENA
645Con altri piangerò, s’io fia tradita.
 IFIGENIA
 L’altera donna a le mie pene insulta;
 ma non andrò di sì gran torto inulta.
 
 SCENA IV
 
 ACHILLE e le sudette
 
 ACHILLE
 Ed è ver, principessa? E non m’inganno?
 Né fu bugiardo il grido!
650Fuor d’ogni mia speranza
 tu in Aulide? Poc’anzi
 perché a’ miei voti il tuo gran padre il tacque?
 Perché il negò?
 IFIGENIA
                               De l’agitato core
 frena il tumulto. In breve
655d’Aulide partirò; né Ifigenia
 turberà le tue gioie.
 ACHILLE
                                       E quale, o dio!...
 IFIGENIA
 Hai di che restar lieto. Achille, addio.
 
    Addio, infido, addio per sempre.
 Vorrei torti col mio aspetto
660la memoria ancor di me.
 
    (Ah! Perdessi col tuo affetto
 la memoria anch’io di te).
 
 SCENA V
 
 ACHILLE ed ELISENA
 
 ACHILLE
 Fu Ifigenia?... Fu Achille?...
 Che partì? Che rimase?...
 
665   «Addio, infido, addio per sempre».
 L’alma fida in che peccò?
 Veglio? Sogno? O dio! Nol so.
 
 ELISENA
 (Tanto s’agita il prence e più non l’ama?)
 ACHILLE
 Intendo. Entro quel cor freddi sospetti
670sparse lingua bugiarda; e tu, Elisena,
 tu quella fosti...
 ELISENA
                               Io, prence?
 ACHILLE
 O per vendetta de’ sofferti mali
 o per invidia de’ mal nati amori.
 ELISENA
 Qual odio mi rinfacci? O qual fiacchezza?
 ACHILLE
675Se furor ti ha sospinta,
 troppo fosti inumana.
 Ma, se amor ti ha sedotta,
 odi qual ti promette e qual ti giura
 dovuta ricompensa Achille irato.
680Ti fuggirò qual angue;
 ti abborrirò qual mostro;
 e te, qual serva abbietta,
 farò, recisa il crin, sordida i panni,
 trar ne’ più vili uffici
685abbominevol vita e dì infelici.
 
    Passerò con chi svenò
 il più dolce de’ miei voti
 ogni meta nel furor.
 
    E per te sarò egualmente
690implacabile in vendetta,
 miserabile in amor.
 
 SCENA VI
 
 ELISENA e poi TEUCRO
 
 ELISENA
 Rapitemi a me stessa, o furie, o pene.
 Lasciarmi il giorno è la miseria estrema.
  Viver più non mi è dato,
695fuorché a nuovi e peggiori
 insulti di fortuna.
 Morirò, sì; ma prima, alme superbe,
 feroce, inesorabile, tremenda,
 del vostro letto agiterò le faci,
700onde torbida luce a voi ne scenda.
 TEUCRO
 Mia principessa...
 ELISENA
                                    Teucro,
 eccomi tua, se m’ami. Ecco la destra.
 TEUCRO
 Cangi sì tosto affetti?
 ELISENA
 Ad Achille mi tolse ira e dispetto;
705ed a Teucro mi dona amore e fede.
 TEUCRO
 Cara destra, in te bacio un sì bel dono.
 ELISENA
 Ora vedrò se il donator ti è caro.
 TEUCRO
 Che far degg’io per meritarti?
 ELISENA
                                                         Il nodo
 sciorre d’Ifigenia col fiero Achille.
 TEUCRO
710Difficile cimento a la mia fede.
 ELISENA
 Tutto può chi ben ama e tutto ardisce.
 TEUCRO
 Il tempio e l’ara a l’imeneo si appresta.
 ELISENA
 Anche in porto talor naufraga il pino.
 Credilo, sì vicino
715non è Achille a goder. V’è qualche arcano
 che ancor non ben intendo. Achille è in pena
 Agamennone piange. Aullide è in pena. Agamennone è afflitto, Achille in pena.
 Delusa è Ifigenia. Medita ad Argo
 Clitennestra il ritorno.
720Tu, che del saggio Ulisse hai l’amistade,
 cerca scoprirne in sì folt’ombre il vero.
 Udisti? Io non dispero,
 se hai fede, se valore e se ardimento,
 veder me vendicata e te contento.
 
725   Non vo’, se deggio piangere,
 sola piangere e invendicata.
 
    Tu consola e tu difendi
 il mio sdegno ed il tuo amore;
 mostra fede; e poi m’attendi
730non spergiura e non ingrata.
 
 SCENA VII
 
 TEUCRO
 
 TEUCRO
 Odio Ira in femmina amante
 è qual spurio vapor che p avvampa e sfuma.
 Sciolto a gran pena il nodo, in Elisena
 risorgeran più forti
735le speranze e le fiamme; e Teucro alora
 altro non ne otterrà frutto e vantaggio
 che lo sprezzo di lei, l’odio di Achille.
 Pur si serva con fede,
 quanto l’onor, quanto il dover richiede.
 
740   Tutto fa nocchiero esperto
 ne l’incerto ondoso regno,
 onde il frale errante legno
 scorra il mare e afferri il porto.
 
    Ma che può, se avversa stella
745o furor di ria procella
 fa ch’ei rompa a duro scoglio
 e da l’onde ei resti assorto?
 
 Fuga di appartamenti.
 
 SCENA VIII
 
 AGAMENNONE e ULISSE
 
 ULISSE
 Nei mali irreparabili l’indugio
 anch’esso è mal. Tu generoso or dona
750ciò che devi costretto; e tosto il dona.
 Tale in grave tempesta
 getta le ricche merci il buon nocchiero;
 e più spedito e lieve
 scorre su l’onde il combattuto legno.
 AGAMENNONE
755Del crudel sacrificio
 pronti i ministri son? L’altare? Il rogo?
 ULISSE
 La vittima sol manca.
 AGAMENNONE
 Verrà tosto, verrà.
 ULISSE
                                    D’atto sì grande
 sta ignaro il campo.
 AGAMENNONE
                                       E stiasi ancora; e tardo
760a Clitennestra, o dio! ne giunga il grido.
 ULISSE
 Vedi che a te ne vien la regal donna.
 Tu con arte proccura allontanarla
 dal fianco de la figlia;
 e, se l’arte non giova, usa il comando
765che, se l’uom non avesse
 sovra la moglie impero signorile,
 saria troppo infelice e troppo vile.
 
    È debolezza
 temer cotanto
770le grida e ’l pianto
 di molle femmina
 che nel dolore
 ragion non ha.
 
    La tua fermezza
775le faccia core;
 e dal tuo intrepido
 ciglio sereno,
 se non fortezza,
 rispetto almeno
780apprenderà.
 
 SCENA IX
 
 CLITENNESTRA e AGAMENNONE
 
 CLITENNESTRA
 Onta e dolor me con la figlia ad Argo
 già richiamava. In su l’uscir del campo
 rattenne i nostri passi il fido Achille.
 Ei, pria che cada il giorno,
785vuol le nozze promesse. Arde di sdegno
 e cerca l’impostor per dargli pena
 pari a l’offesa. Or tu consenti al nodo...
 AGAMENNONE
 L’approvo, o Clitennestra; e quanto posso
 vi applaudo e ne son lieto.
 CLITENNESTRA
790La tua fede già data
 e la matura età d’Ifigenia
 la chiama ad altro letto.
 AGAMENNONE
                                             E ad altro cielo.
 CLITENNESTRA
 O con qual gioia a l’ara
 io l’ostie elette spargerò di fiori;
795e accenderò le faci coniugali.
 AGAMENNONE
 No. Questa volta io chiedo
 ossequio, più che amor.
 CLITENNESTRA
                                              Regina e madre,
 me allontani dal tempio?
 AGAMENNONE
 Tu gli altri figli a regger torna in Argo;
800qui de le nozze avrà la cura il padre.
 CLITENNESTRA
 Perché sì fiera legge?
 AGAMENNONE
 Al tuo grado real mal si conviene
 star fra’ soldati.
 CLITENNESTRA
                                E mal conviene al mio
 tenero affetto abbandonar la figlia.
 AGAMENNONE
805Compiacermi ricusi, alor che prego?
 CLITENNESTRA
 Quando prego fu mai più strano e iniquo?
 AGAMENNONE
 Forte ragione a ciò voler mi astringe.
 CLITENNESTRA
 A te il peso de l’armi, a te del regno
 tocca la grave cura,
810a me quella de’ figli e de la casa.
 AGAMENNONE
 Ostinata ti abusi
 di mia bontà; ma sappi
 che, quando onesta cosa
 un marito ed un re voglia e dimandi,
815anche i preghi di lui sono comandi.
 
    Ubbidisci; e non cercar
 la ragion del mio voler.
 
    Col soffrir ne l’ubbidir,
 avrà merto il tuo dover.
 
 SCENA X
 
 CLITENNESTRA
 
 CLITENNESTRA
820Povero sesso! Schiavo
 per tirannica legge
 a l’uom, perché di forza,
 non perché di ragione egli ci avanza.
  Pianger poss’io. Disubbidir non posso.
825Pur mi consolerò, se ben lontana,
 col destin de la figlia.
 
 SCENA XI
 
 IFIGENIA e CLITENNESTRA
 
 IFIGENIA
 Al mio pudico amor perdona, o madre.
 Dissimular non posso Tacer non sa l’alta mia gioia. Achille,
 l’alta mia gioia. Achille
 che pria per tuo comando
830e poi per mio destino ad amar presi,
 dopo un fiero timor trovo fedele.
 CLITENNESTRA
 Oggi a lui ti unirà sacro imeneo.
 IFIGENIA
 Sparge sol di amarezza i miei contenti
 il saper che quel laccio,
835che mi unisce a lo sposo, a te mi toglie.
 CLITENNESTRA
 Eh! Ben presto ripara
 le perdite di figlia amor di moglie.
 
 SCENA XII
 
 ACHILLE e le suddette
 
 ACHILLE
 Tutto mi arride. Il re tuo padre è certo
 di mia innocenza. Ogni ragion, ch’io volli
840recarne a mia difesa,
 egli troncò con amoroso amplesso.
 Mosse indi il passo frettoloso al tempio
 ed io col lieto annunzcio a voi ne venni.
 CLITENNESTRA
 I sensi di quel core amor ti dica.
 ACHILLE
845Né questo solo è ’l mio piacer. Calcante,
 se pur degno è di fede, oggi ci giura
 giura gli dei propizi e l’aure amiche e l’onde.
 Tosto che al sacro altare
 de la vittima eletta
 sia sparso il sangue. O fortunato giorno
 O fortunato giorno
 al mio amore ugualmente e a la mia gloria.
850Il mio destin solo da te dipende;
 e sola al tempio Ifigenia si attende.
 
 SCENA XIII
 
 ARCADE e li suddetti
 
 ARCADE
 Sola si attende e a te recar mi è imposto
 il paterno comando;
 ma tu, signor, cui tanto
855di forza e di valor diedero i numi,
 se pietade, se amor ti alberga in seno,
 de l’ingannata Ifigenia previeni
 la dura iniqua sorte
 né far che vada un’innocente a morte.
 ACHILLE
860A morte Ifigenia?
 CLITENNESTRA
                                    Cieli!
 IFIGENIA
                                                 Che ascolto?
 ARCADE
 Tema fosse o rispetto,
 tacqui finor. Ma già le fiamme, il ferro,
 le bende, l’ara... Ah! Quando
 abbia ancora a cader sovra il mio capo
865la più barbara pena,
 pietà dal sen mi strappa
 il mal taciuto arcano e vuol ch’io parli.
 CLITENNESTRA
 Pria de la figlia hai già la madre uccisa.
 Arcade, o dio! su, parla.
 ACHILLE
870                                           E sciolto parla
 d’ogni timor. Te ne assicura Achille.
 ARCADE
 Tu sei sposo, e tu madre.
 Se Ifigenia vi è cara,
 toglietela al furor d’iniquo padre.
875Ei la chiede a l’altar per farne al nume
 sanguinoso olocausto.
 ACHILLE
 Il re?
 IFIGENIA
              Mio padre?
 CLITENNESTRA
                                      Ucciderà la figlia?
 ARCADE
 L’ucciderà, se la guidate al tempio.
 IFIGENIA
 Misera! In che peccai?
 ACHILLE
880Qual furor sì l’accieca?
 CLITENNESTRA
                                            E donde è tratto
 ne le sue carni a insanguinar sé stesso?
 ARCADE
 Dal mendace Calcante. Egli, cui giova
 far che parlino i numi a suo talento,
 l’oracolo ha formato. Afferma e giura
885che, quando non si uccida Ifigenia,
 né mai Troia cadrà né mai da queste
 fatali infauste rive
 sciorran le navi argive.
 IFIGENIA
 Son queste le mie nozze?
 CLITENNESTRA
890L’empio con tal pretesto
 chiamarmi d’Argo?
 ACHILLE
                                       Ei far ch’io stesso a morte
 accompagni la guidi la cara sposa?
 CLITENNESTRA
 O frode iniqua! O barbaro consorte!
 ARCADE
 
    Se il tuo amor, (A Clitennestra) se il tuo valor (Ad Achille)
895non fa scudo a l’innocente,
 di una madre è vano il pianto.
 
    E se soffri il grave oltraggio,
 tu di eroe, tu di possente
 più non hai la gloria e ’l vanto.
 
 SCENA XIV
 
 ACHILLE, CLITENNESTRA, IFIGENIA
 
 CLITENNESTRA
900La più misera donna,
 la più dolente madre,
 deh! permetti, o signor, che qui prostesa
 le tue ginocchia abbracci. (S’inginocchia)
 ACHILLE
 Regina...
 CLITENNESTRA
                    Ah! Mi rammenta
905la mia miseria e non la mia grandezza.
 Madre sì sfortunata
 può cadere al tuo piè senza arrossire.
 ACHILLE
 O sorgi o partirò, che non conviene (Clitennestra si leva)
 né al tuo stato né al mio soffrirti in atto
910di soverchia umiltade.
 CLITENNESTRA
 Signor, questa è tua sposa.
 Io per te la educai. Qui a’ tuoi sponsali
 la guidò l’amor mio; ma l’infelice
 qui da barbaro padre è a te rapita;
915e qui l’ha tratta il sol tuo nome a morte.
 Tu la difendi e salva. Ah! Per cotesta
 vincitrice tua destra e per la tua
 immortal genitrice, ancor ten prego;
 il tuo amore le sia
920e padre e sposo e tempio e asilo e nume.
 Se l’abbandoni, è morta Ifigenia.
 ACHILLE
 Non morirà. Meco risparmia i pianti.
 Piangendo offendi e mal conosci Achille.
 IFIGENIA
 (Per mia cagion risse preveggo e mali).
 CLITENNESTRA
925Mi consola il tuo amor. Figlia, rimanti
 qui col tuo sposo. Io corro
 ove il dolor mi chiama, ove il furore.
 Omai cerchi Calcante
 altra vittima al nume; o a piè de l’ara
930vedrà il crudel, vedran le greche squadre
 pria de la figlia oggi cader la madre.
 
    O vincerò di un perfido,
 che a morte ti condanna,
 la legge empia e tiranna;
935o teco io morirò.
 
    Ma se il tuo cor, che freme
 di un’ira generosa,
 difenderà la sposa,
 io madre ancor sarò.
 
 SCENA XV
 
 ACHILLE, IFIGENIA
 
 ACHILLE
940A me lagrime e preghi? Ove si tratta
 de la tua vita, o cara,
 ha di stimoli d’uopo il cor di Achille?
 Ma non basta salvarti.
 Già corro a punir l’empio e a vendicarti.
 IFIGENIA
945Deh! Ferma...
 ACHILLE
                             Egli Il re spergiuro
 tradisce l’amistà, natura e fede;
 e sotto reo pretesto
 di giurato imeneo vuol che ti guidi
 io stesso a morte e tuo omicida io sia.
950Ah! di noi che saria, se un giorno solo
 Aulide mi vedea giugner più tardi?
 Or di sì grave oltraggio
 l’empio, il crudel mi renderà ragione;
 e cinto ancor da mille spade e mille
955farà tremarlo il vilipeso Achille.
 IFIGENIA
 Fermati, o dio! se m’ami.
 Quel crudel, quell’iniquo,
 a la cui vita minaccioso insulti,
 qualunque e’ sia, mi ins è padre.
 ACHILLE
960Tuo carnefice dillo e non tuo padre.
 IFIGENIA
 Padre, sì lo dirò, più di me stessa
 e, al par di Achille, a me diletto e caro.
 ACHILLE
 Ingrata! Ei vuol tua morte, io tua salvezza.
 IFIGENIA
 Se fosse in suo poter tormi al mio fato,
965credi ch’egli alzeria ferro omicida?
 Costretto mi condanna e ne è dolente.
 ACHILLE
 Chi può dar legge a lui sovrano e duce?
 IFIGENIA
 Impone la mia morte il cielo o ’l padre?
 ACHILLE
 Punisce e non comanda il ciel le colpe.
 IFIGENIA
970Profondi, imperscrutabili gli arcani
 son degli dei.
 ACHILLE
                            Se non s’intende il nume,
 perché ti uccide il padre?
 IFIGENIA
 Ubbidisce con fede e ne ha più merto.
 ACHILLE
 Ameresti, o crudel, più la tua vita,
975se più amassi lo sposo.
 IFIGENIA
                                            Amo la vita
 e l’amo anche di più, dacché la veggo
 sì cara a te.
 ACHILLE
                        Dunque al mio amor si lasci
 la libertà di un generoso colpo,
 che te assolva di rischio e me di pena.
 IFIGENIA
980Senti; se i giorni miei
 tu salvassi così, ti abborrirei.
 
 SCENA XVI
 
 CLITENNESTRA e li suddetti
 
 CLITENNESTRA
 Signor, senza il tuo amore,
 perduta è Ifigenia. Verran fra poco
 fieri custodi a trascinarla a morte. A me si chiude il tempio;
 A me chiuse le porte
 sono del tempio. Il mio dolor si teme
985e di madre dolente e afflitta irata moglie
 al pianto, ai gridi il re si cela e toglie.
 ACHILLE
 Regina, addio. Né a me l’altar vietarsi
 né a me saprà occultarsi il fiero Atride.
 IFIGENIA
 Ah madre! Ah sposo!
 CLITENNESTRA
                                         A che lo arresti?
 ACHILLE
                                                                         Invano.
 IFIGENIA
990Deh! Per ultimo dono ancor m’ascolta.
 Signor, veggo il tuo sdegno.
 Conosco il padre. A lui
 non si presenti un irritato amante.
 Parlino a l’amor suo pianti di figlia
995e gemiti di madre.
 Chi sa che non lo tocchi
 giusta pietà?
 ACHILLE
                           Gelosa del comando,
 non conosce pietà l’alma superba,.
 CLITENNESTRA
 E codarda paventa i greci armati.
 IFIGENIA
1000De l’amore e del sangue udrà le voci.
 CLITENNESTRA
 Ei più non sa d’esser marito e padre.
 IFIGENIA
 Io ’l duro core ammollirò col pianto.
 Qual danno da l’indugio?
 ACHILLE
 Orsù, ti si compiaccia. Itene entrambe.
1005Ravvivate in quel core
 la sbandita ragione.
 Sospirate; piangete;
 minacciatelo ancor de l’ira mia.
 Ma, persista o si pieghi,
1010sinché a quest’occhi, il giuro, il dì sfaville,
 non morrà Ifigenia.
 Può Calcante mentir ma non Achille.
 
    Se mai fiero leon vede assalita
 da alpestre cacciator la sua compagna,
1015il bosco e la campagna empie fremendo,
 in suon muggendo di pietà e di rabbia.
 
    Sormonta ogni riparo, infrange ogni asta;
 tutto scompiglia e guasta;
 né sa ritrar da la feroce pugna
1020l’acuto dente e l’ugna,
 che non la miri insanguinar la sabbia.
 
 SCENA XVII
 
 IFIGENIA e CLITENNESTRA
 
 IFIGENIA
 Sia speranza o virtude, io sento l’alma
 oltre l’uso tranquilla.
 In tal uopo ben presto un cor di padre
1025con pietà si consiglia.
 Madre, si speri ancor.
 CLITENNESTRA
                                           Si speri, o figlia.
 IFIGENIA
 
    Verace o menzognera
 ti credo, o lusinghiera mia speranza.
 
    Il raggio tuo sereno,
1030se non rimedio al duolo,
 sarà conforto almeno a la costanza.
 
 Fine dell’atto secondo